Area marina di Portofino: la mappa delle immersioni
I fondali dell’Area Marina Protetta di Portofino, istituito nel 1999, custodiscono un mondo sommerso di straordinario fascino in grado di offrire esperienze uniche grazie ai più di venti siti di immersione adatti a tutti i subacquei, più esperto al principiante!
I fondali ricoperti di coralli, madrepore e gorgonie i cui anfratti celano una miriade di piccoli organismi marini colorati e singolari. creano un habitat ideale per una moltitudine di grosse cernie, dentici, barracuda e svariate altre specie di pesci come poche altre zone del Mediterraneo possono offrire.
Siti di immersioni
1: Punta Chiappa Levante
Quando si esplora in profondità, ci si imbatte dapprima in un substrato roccioso, coperto da una densa vegetazione di Posidonia oceanica, dove sono visibili anche aree di fondo nudo colonizzate da alghe. Procedendo verso il mare aperto, si scopre un grande masso coperto di corallo, singole madrepore e numerose grandi gorgonie rosse. Questo tipo di immersione è estremamente impegnativo e riservato esclusivamente a subacquei esperti in quanto implica l’entrata in una vasta fessura (grotta) situata proprio sotto l’estremità anteriore di Punta Chiappa. Il pavimento della grotta è costituito da un substrato sabbioso-melmoso su cui si muovono parapandali e musdee. Questi parapandali si trovano anche sul soffitto della grotta. Nelle cavità situate alla base delle pareti interne, è possibile trovare gronghi e aragoste.
Durante l’ascensione verso la superficie, si segue un percorso che attraversa una vasta pianura rocciosa leggermente inclinata, coperta da alghe di varie specie e da organismi incrostati, soprattutto poriferi. In questa zona, è possibile avvistare banchi di saraghi, sarpe e pesci colorati come le donzelle. Un dettaglio affascinante è dato dal flusso di bolle d’aria che fuoriesce dalla grotta, emergendo dal fondo marino per salire verso la superficie.
L’immersione inizia a circa 18 metri di profondità, presso la base della boa di ormeggio. A circa 37 metri di profondità si trova la “Grotta dei gamberi”, un passaggio che si estende per una decina di metri all’interno della roccia. Le pareti e il soffitto della grotta sono popolati da una densa colonia di parapandali, piccoli gamberetti rossi della specie (Plesionika narval). All’interno della grotta, è necessario prestare molta attenzione poiché il fondo è costituito da fango finissimo che, se disturbato dalle pinne, riduce drasticamente la visibilità. La grotta è stretta e l’uscita è circa a metà del percorso, attraverso uno spazio piuttosto angusto. La risalita può essere effettuata lungo la corda di ormeggio della boa. Tutte queste caratteristiche rendono questa immersione estremamente impegnativa e pertanto consigliata solo a subacquei molto esperti.
- Profondità minima 10
- Profondità massima 40
- Ambiente grotta
- Difficoltà elevata
2: Punta Targhetta
Questo sito offre esperienze subacquee molto suggestive anche per i subacquei meno esperti, mantenendosi al di sopra dei 20 metri di profondità.
Dall’area di ormeggio, si scende lungo la catena verso un fondale detritico fangoso a circa 16 metri di profondità. Da qui, ci si sposta verso la parete orientale, passando prima davanti a un grande masso sporgente sul fondo che segna l’inizio della costa rocciosa. Questa zona è ricca di gorgonie gialle sulle pareti e sui massi, abitate da una variegata comunità biologica che include briozoi e cnidari di diverse specie, tra cui le madrepore gialle che colorano gli scogli sommersi.
Le pareti proseguono verso est e il fondale alla loro base scende leggermente fino a una ventina di metri di profondità. Qui, si cominciano a vedere rami di corallo rosso sulla roccia. Si possono osservare anche aragoste sporadiche sulle pareti e, nelle fessure alla base delle rocce o tra i massi sul fondale, musdee, gronghi e murene. In acque più libere, sono presenti dentici. Le cernie sono comuni a partire dai dieci metri di profondità, e si possono incontrare nudibranchi e altri piccoli animali marini in varie zone del sito.
La baia dove avviene l’immersione è delimitata da un promontorio roccioso a est, con il fondale che scende dolcemente fino a 16 metri di profondità. Seguendo la catena di ormeggio, si può raggiungere questa profondità durante l’immersione. Procedendo verso sinistra, si incontra una parete verticale che arriva fino a 20 metri di profondità nel punto più profondo. Anche i subacquei meno esperti possono ammirare il corallo rosso lungo questa parete, con la possibilità di avvistare frequentemente grossi dentici alla ricerca di cibo.
- Profondità minima 8 – 10
- Profondità massima 20
- Ambiente misto
- Difficoltà bassa
3: Grotta Eremita
Questa suggestiva immersione avviene presso una piccola grotta, situata appena sopra il livello del mare, formata da una spaccatura nella roccia costiera. Scendendo lungo la catena di ormeggio, si raggiunge un fondale detritico a circa 18 metri di profondità, punteggiato da numerose rocce e massi sparsi.
La esplorazione continua verso est, dove si possono esaminare grandi massi ricoperti di alghe, tra cui due enormi massi con numerose fessure, tane e grandi buchi che permettono il passaggio all’interno. All’interno di questi buchi, soprattutto nella parte superiore, si trovano pareti quasi continue di organismi sciafili, soprattutto madrepore gialle. Tra di esse si trovano briozoi come il falso corallo e poriferi principalmente incrostanti. Sulle rocce si possono osservare nudibranchi e altri molluschi, crostacei, policheti e idrozoi.
Nell’area, i fondali sono molto diversificati e spostandosi ancora verso est si incontrano fondali morbidi con tratti di prateria di Posidonia oceanica, dove si trovano numerose pinne di dimensioni notevoli che ospitano simbionti.
Sulle rocce, nelle zone più profonde e riparate, si osservano anche gruppi di rametti di corallo rosso, mentre sulla superficie del fondale sono comuni gli esemplari di cernia bruna.
Il nome del sito deriva da un’insenatura nella parete rocciosa emergente. L’immersione ha inizio a circa 18 metri di profondità, presso la base della struttura di ormeggio. A circa 20 metri di profondità si trovano due grandi massi che formano una sorta di volta sotto la quale è possibile passare. Questa volta è completamente rivestita di madrepore gialle (Leptopsammia pruvoti) e spugne incrostanti, tra le quali si trovano spesso piccoli nudibranchi di varie specie. Proseguendo l’immersione, è possibile scorgere diversi esemplari di Pinna nobilis sul fondale.
- Profondità minima 3 – 5
- Profondità massima 35 – 40
- Ambiente ricco di rocce
- Difficoltà bassa
4: Punta della Torretta
Questa località di immersione si trova pressappoco alla punta occidentale dell’insenatura di San Fruttuoso, dove si erge una costruzione del Cinquecento utilizzata per avvistare le navi dei pirati ottomani. Lungo la costa, la parete subacquea appare immediatamente molto ripida, scendendo in acqua per circa venti metri. A questa profondità si osserva una sorta di terrazza di roccia compatta, frammentata ed irregolare, coperta per lo più da alghe e in alcune zone anche da gruppi di piante di Posidonia oceanica.
Dal terrazzamento, la discesa riprende fino a quasi 40 metri di profondità, con il fondale che appare meno inclinato rispetto alla parete sopra, ancora ricoperto di alghe e ciuffi di Posidonia oceanica soprattutto nelle zone vicine al terrazzamento. Da un punto di vista naturalistico, questa immersione offre l’opportunità di osservare e studiare sulle pareti più profonde un mare di gorgonie rosse e la ricca biocenosi ad esse associata. In particolare, i rami di questi organismi sono fortemente colonizzati da piccoli epibionti di molte specie diverse. Durante la risalita dal fondale profondo, si procede lungo la costa rocciosa, colonizzata da alghe, inclusi poriferi incrostanti, spirografi, anemoni e altri cnidari. Tra i pesci comuni si trovano salpe, saraghi e le sempre presenti castagnole brune.
All’estremità della riserva integrale, sullo sperone roccioso a ovest della baia di San Fruttuoso, si erge una vecchia torre che dà il nome a questo sito di immersione. Scendendo lungo la catena legata alla boa di ormeggio, si raggiunge un fondale a circa 17 metri di profondità. Da qui, procedendo lungo la parete rocciosa sommersa della scogliera, si incontrano alcuni grandi massi oltre i quali, a 22 metri, si apre una piccola insenatura costiera che segna l’inizio di una fantastica parete che si tuffa fino a 35 metri di profondità. Corallo rosso, aragoste, spugne, briozoi e nudibranchi contribuiscono a rendere questa immersione veramente unica.
- Profondità minima 10
- Profondità massima 35
- Ambiente parete
- Difficoltà elevata
5: Punta Indiano
Il nome di questo sito di immersione potrebbe derivare dall’aspetto della parete rocciosa sopra il livello del mare, che ricorda il volto di un nativo americano. L’immersione inizia lungo la catena di ormeggio, posta a una certa distanza dalla costa. Scendendo, si arriva su una spianata dove spiccano alcuni massi coperti di alghe all’interno di una vasta prateria di Posidonia oceanica. Il fondale intorno alla prateria è detritico e declina gradualmente verso il centro della Baia di San Fruttuoso. Sulle rocce circostanti sono presenti gorgonie bianche sottili e sul fondale si possono avvistare piccoli pesci isolati.
La discesa porta alla base di una parete rocciosa mentre ci si sposta verso l’esterno della baia, raggiungendo una profondità di circa 40 metri. La parete è il punto focale dell’immersione a causa della sua elevata biodiversità. La presenza di ampie spaccature nella roccia favorisce una ricca varietà di specie, tra cui coralli, briozoi e altri organismi incrostanti. Sopra di essi si ergono le ventose delle grandi gorgonie rosse, con i loro epibionti. Le tane offrono rifugio a murene, gronghi, aragoste, astici e polpi di dimensioni considerevoli. Nella zona della parete sono comuni nudibranchi e molluschi di varie dimensioni.
Questa immersione è particolarmente impegnativa e non adatta ai subacquei inesperti, poiché le creature più interessanti si trovano a partire dai 40 metri di profondità.
La profondità notevole lungo la parete su cui si svolge l’immersione e la posizione della catena di ormeggio, situata su un fondale a 18 metri ma distante dalla falesia, richiedono una buona esperienza nelle “discese nel blu”. Qui, a circa 40 metri di profondità, è possibile esplorare le profonde fessure nella roccia, ricche di coralli e gorgonie rosse. La vita marina abbondante lungo la parete offre l’opportunità di avvistare murene, scorfani, gronghi, aragoste e nudibranchi ad ogni passo.
- Profondità minima 16
- Profondità massima 35 – 40
- Ambiente misto
- Difficoltà elevata
6: Dragone
Le immersioni in questo sito, noto per il suo nome fantasioso, sono piuttosto impegnative, soprattutto a causa delle correnti marine notevoli e della morfologia delle pareti sottomarine, che scendono verticalmente e rapidamente fino a una profondità di 30-40 metri. Esplorare il fondale è affascinante perché gli ambienti subacquei cambiano frequentemente durante lo spostamento. A seconda del livello di certificazione subacquea, è possibile raggiungere i 30 metri di profondità direttamente scendendo lungo la catena di ormeggio o iniziare a una profondità inferiore utilizzando un punto di immersione vicino a una rientranza costiera.
L’immersione più profonda prevede di attraversare un fondale costituito da detriti e rocce sparse per raggiungere la parete rocciosa frammentata e ricca di tane, situata a est del punto di immersione. Qui si possono ammirare abbondanti formazioni di corallo rosso e sono relativamente comuni murene, aragoste e polpi.
Muovendosi verso il largo, a una profondità di 40 metri, si incontrano grandi massi sparsi sul fondale, ricoperti da bellissimi ventagli di gorgonie rosse. Tornando verso la parete e continuando verso est, si trovano scogli dove nuotano frequentemente cernie e dentici.
Durante la risalita, è possibile esplorare pareti diverse ricche di vita marina, fino ad arrivare a un tetto sospeso ricoperto di margherite di mare a una profondità di circa 9 metri. L’immersione del “Dragone” offre la possibilità di attraversare una vasta varietà di ambienti subacquei: dalle pareti ricoperte di corallo e gorgonie (tra i 25 e i 40 metri) ai tetti sospesi (tra i 15 e i 9 metri), per poi nuotare intorno a grandi blocchi di roccia ricoperti da magnifiche gorgonie rosse e sparsi su un fondale a circa 40 metri di profondità.
Sulle pareti rocciose si possono osservare numerose fessure orizzontali che ospitano diverse specie marine. Questa immersione è adatta a subacquei con un livello di esperienza abbastanza elevato.
- Profondità minima 3-5
- Profondità massima 35 -40
- Ambiente parete
- Difficoltà elevata
7: Colombara
Le immersioni in questo sito seguono percorsi con profondità moderate, generalmente intorno ai 25-30 metri al massimo. Lungo il percorso subacqueo si incontrano diversi anfratti e tre grotte sommerse, formate da fessure tra gli scogli che ospitano una vasta varietà di organismi marini. I massi e le grotte presentano superfici rocciose esposte in varie direzioni: alcune rivolte verso la superficie, ricche di alghe, altre fortemente inclinate o verticali, dove si possono osservare gorgonie maestose, madrepore solitarie e margherite di mare, e infine pareti a strapiombo o che formano le volte delle grotte e dei cunicoli, con corallo rosso e numerosi organismi incrostanti, come le cipree mediterranee.
All’interno delle grotte si può avvistare parapandali e re di triglie, mentre all’esterno si incontrano scorfani, cernie e negli anfratti murene, aragoste e gronghi. Tra i pesci più comuni vi sono perchie e castagnole rosse. Le grotte possono essere esplorate in sequenza, partendo dalla più profonda a circa 30-35 metri di profondità, circondata da pareti ricoperte di corallo rosso. La seconda grotta è più piccola ma simile alla precedente, mentre la terza, più vicina alla superficie, si raggiunge risalendo lungo una parete inclinata con gorgonie rosse e gialle.
La più ampia delle grotte è anche la più profonda, con due ingressi e una camera d’aria interna. Questo sito è particolarmente indicato per gli appassionati di esplorazione delle grotte. La parete costiera subacquea degrada fino a una profondità di 36 metri, dove si trova la prima grotta colonizzata da magnifiche “margherite gialle” (Parazoanthus axinellae) e coralli rossi. Risalendo, a circa 22 metri, si trova una seconda grotta, mentre intorno ai 10 metri c’è una piccola spaccatura che conduce a un’altra bellissima grotta, che si apre in uno splendido anfiteatro. Nelle varie spaccature è possibile avvistare grosse murene e gronghi curiosi.
- Profondità minima 10
- Profondità massima 30
- Ambiente grotta
- Difficoltà media
Secca Gonzatti - Secca Carega (8)
Questa località è più nota come Secca Carega, grazie a uno scoglio dalla forma simile a una sedia che si trova sopra la superficie, proprio al sito di immersione. Il nome Gonzatti ricorda uno dei pionieri della subacquea in Italia. La sessione subacquea può avvenire anche a profondità molto ridotte. Infatti, già a soli 3 metri sotto la superficie è possibile esplorare il suggestivo fondale marino. Sott’acqua si nota un prominente rilievo che emerge dal fondo, con la cima che appare particolarmente vicina alla costa e si trova a soli 5 metri sotto la superficie del mare. La sua sommità è coperta di alghe fotofile, attraversate da scuole di saraghi e salpe. Da qui si scende lungo una chiara fessura nella roccia, al centro della parete meridionale, dove si possono osservare bellissimi rami di gorgonie rosse, circondati da nuvole di castagnole rosse, con poriferi e madrepore gialle alla loro base. Il versante settentrionale del rilievo si trova a profondità minori, con il suo piede a circa 20 metri di profondità. Questo lato appare piuttosto spoglio, ma coperto da alghe diffuse. Alla base si trovano massi disposti in modo irregolare, anfratti e tane che ospitano pesci di grandi dimensioni, soprattutto cernie. Un canale sabbioso si forma tra la costa sommersa e la roccia che costituisce la secca, popolato da banchi di saraghi, in particolare fasciati. Le parti laterali sono ricoperte di alghe e gorgonie gialle. L’immersione può iniziare scendendo tra la secca e la parete del promontorio fino a circa 18 metri di profondità. Molto suggestivo è il versante esposto a sud, che precipita verticalmente fino a 25 metri di profondità. La discesa è accompagnata da piante di Posidonia oceanica e colonie di corallo rosso. In certi periodi dell’anno è possibile incontrare banchi di grossi dentici a questa profondità. Risalendo, a circa 10 metri di profondità, si trova la catena della boa di ormeggio.
- Profondità minima 4 -6
- Profondità massima 30
- Ambiente secca
- Difficoltà media
9: Targa Gonzatti
Il luogo prende il nome da una targa fissata sulla falesia sopra il livello del mare, dedicata a Dario Gonzatti, pioniere della subacquea e sperimentatore dell’autorespiratore ad ossigeno, morto nelle acque di S. Fruttuoso nel 1947. La partenza dell’immersione avviene scendendo lungo la catena alla quale è legata la boa di ormeggio, dirigendosi verso il mare aperto. Sul fondale si trova una sorta di scarpata, formata da massi di varie dimensioni disposti in modo irregolare e ricoperti di alghe e altri organismi fissati, creando superfici irregolari dove nuotano banchi di saraghi, salpe e altri piccoli pesci.
La disposizione e la forma dei massi favoriscono la formazione di tane abitate da vari organismi.
Nella parte più prossima alla costa, il fondale si mantiene a una profondità media di circa 20 metri e spesso si possono avvistare grossi dentici e cernie. Verso ovest, il fondale scende dolcemente fino a 32 metri di profondità. Qui il fondo è detritico e limoso, ma punteggiato da massi di diverse dimensioni, sui quali si trovano alghe, spugne e nudibranchi. I massi presentano numerose fessure e crepe, che ospitano organismi come murene, polpi, musdee e aragoste. Sulle rocce si possono osservare anche rami di corallo rosso, così come sulla scogliera più alta, dove spiccano i rami di gorgonia rossa. L’immersione ha inizio presso una targa di marmo fissata nella roccia, commemorativa di Dario Gonzatti, pioniere della subacquea, nel 1947.
Scendendo lungo la catena collegata alla boa di ormeggio, ci si dirige verso la parete a ovest. Continuando lungo questa parete, si raggiungono i 34 metri di profondità dove si incontrano grandi massi isolati. Qui è possibile avvistare gorgonie di dimensioni notevoli, murene, scorfani e cernie.
- Profondità minima 12
- Profondità massima 33
- Ambiente misto
- Difficoltà elevata
10: Scoglio del raviolo
Anche in questo caso, il nome del sito di immersione è legato alla conformazione della scogliera che si trova sopra il livello del mare. Attualmente, il sito è conosciuto anche come “Scoglio Ghisotti”, in onore del subacqueo fotografo. La catena della boa di ormeggio consente di scendere a una profondità di 14 metri, dove il fondale è piuttosto irregolare, caratterizzato da massi grandi ricoperti di alghe o da una rigogliosa prateria di Posidonia oceanica. Oltre alla piana erbosa, a una profondità compresa tra i 20 e i 25 metri, si trova un sifone che permette di raggiungere i 32 metri di profondità dalla superficie. Lungo le pareti interne del sifone si trovano numerosi organismi incrostanti, tra cui alghe sciafile e margherite di mare. Vicino all’uscita del sifone si osservano vivaci colonie di corallo rosso e piccoli gamberetti di grotta.
Oltre il sifone, a profondità più impegnative, inizia una parete ricca di gorgonie rosse e spaccature, dove si possono avvistare molte aragoste. In quest’area sono frequenti cernie di grosse dimensioni e corvine. Seguendo la parete verso sinistra, si incontrano due piccole grotte abitate da piccoli pesci e crostacei. Vicino alla superficie, intorno ai 7 metri di profondità, si trova una grotta dove si può osservare l’incontro di un flusso di acqua dolce con l’acqua marina, creando un effetto sorprendente. L’immersione inizia dalla base di una parete rocciosa che si estende dall’alto fino a 15 metri di profondità. Scendendo lungo la catena di ormeggio, si raggiungono i 14 metri di profondità, da cui si può accedere a un passaggio che porta a 23 metri di profondità e successivamente a quota 33 metri, dove si trova la prima grotta visibile. Proseguendo verso est, si possono esplorare una seconda grotta e varie spaccature della parete. Le grotte sono spesso abitate da musdee, astici, aragoste e gronghi.
- Profondità minima 6 – 9
- Profondità massima 30 – 35
- Ambiente misto
- Difficoltà elevata
11: Testa del leone
Il nome del sito di immersione deriva dalla conformazione delle rocce che emergono sopra il livello del mare e che, in modo vago, ricordano il muso di un leone con la bocca aperta. Qui, la parete subacquea scende gradualmente fino a una profondità di 15/20 metri, dove si estende una spianata leggermente inclinata punteggiata da massi irregolari ricoperti di alghe. Intorno a questi massi si muovono saraghi, dentici, cernie e barracuda mediterranei. Appena più in basso, si apre una parete ricca di crepacci e anfratti che forniscono rifugio a murene e gronghi, oltre che a crostacei come le grosse aragoste e le piccole galatee. Sopra questa parete si trovano numerosi organismi, tra cui corallo rosso, madrepore gialle, margherite di mare e le caratteristiche vacchette di mare che si nutrono di poriferi. Non mancano gli organismi incrostanti ed epibionti.
Oltre al primo tratto, appena sotto la spianata, la parete continua a scendere fino a circa 35 metri di profondità e oltre. In tutta l’area, sono presenti numerose fessure e piccole grotte inaccessibili, ma a circa 12 metri di profondità si trova una grotta accessibile con un piccolo e stretto ingresso. Si tratta di una grotta che si allunga verso l’alto, quindi è necessario prestare attenzione per non toccare il soffitto, ma è possibile uscire facilmente. All’interno della grotta si possono trovare crostacei poco comuni e margherite di mare.
L’immersione presenta una magnifica parete che si estende fino a una profondità di quasi 40 metri. Il fondale, costellato di massi e prevalentemente sabbioso o coperto di ciottoli, è abitato da cernie e dentici che si trovano già a profondità relativamente basse. Esaminando gli anfratti lungo la parete, è possibile avvistare murene, gronghi e ammirare corallo rosso e bellissime “margherite gialle” (Parazoanthus axinellae). Risalendo a circa 10 metri di profondità, si trova una grotta accessibile e facilmente esplorabile. Tuttavia, si consiglia di non procedere troppo all’interno della grotta per evitare collisioni con le pareti e situazioni di potenziale rischio.
- Profondità minima 6 – 8
- Profondità massima 30 – 35
- Ambiente misto
- Difficoltà media
12: Scoglio del diamante
In situazioni normali, questa immersione è generalmente considerata semplice e adatta a tutti i subacquei con i brevetti adeguati. Le condizioni qui sono caratterizzate da ottima visibilità e una mancanza quasi totale di correnti marine forti. Questo permette agli appassionati di fotografia subacquea di sostare tranquillamente in una zona per catturare immagini di numerose specie marine, anche rare, presenti nell’area.
Sotto la superficie, si distinguono due pareti. Ai piedi delle pareti e lungo i tratti meno inclinati del loro pendio, sono visibili massi, alcuni enormi, accumulati e caduti dall’alto nel corso del tempo. I massi sono presenti da pochi metri fino a circa 30 metri di profondità. Alle basse profondità, le rocce sono colonizzate da alghe e qualche ciuffo di Posidonia oceanica, con saraghi, salpe e molte cernie che nuotano lentamente sopra di esse.
Verso ovest del sito, intorno ai 25 metri di profondità, compaiono i primi rami di corallo rosso e ci sono numerose cavità e tetti che fungono da tane e rifugi per molte specie marine. Le tane e gli anfratti che proseguono verso ovest ospitano crostacei come aragoste, magnose e granchi, insieme a murene e musdee. All’esterno, si possono osservare banchi di corvine e cernie.
Scendendo lungo la catena della boa di ormeggio riservata ai subacquei, è possibile dirigersi verso ovest dove, a circa 25 metri di profondità, si trova una parete interessante composta da due scogli parte di una grande franata che caratterizza il fondale. La roccia in questa zona è prevalentemente colonizzata dal corallo rosso e è facile incontrare grandi e colorate aragoste.
Questa immersione si svolge tra pareti rocciose ricche di anfratti, spaccature, rientranze e piccole grotte, ed è relativamente semplice e facilmente praticabile se eseguita con attenzione e in sicurezza.
- Profondità minima 8 -10
- Profondità massima 30
- Ambiente franata
- Difficoltà bassa
14: Relitto Mohawck Deer
L’immersione in questo sito offre l’opportunità di esplorare l’unico relitto di una nave relativamente recente, lunga 120 metri, che giace sul fondale delle acque ora parte dell’Area Marina Protetta di Portofino. La nave affondò dopo una violenta mareggiata, mentre si avvicinava al Porto di La Spezia per essere messa fuori servizio.
Il relitto si trova a una profondità compresa tra 18 e 45 metri e, dall’esterno, non presenta particolari pericoli evidenti.
Per raggiungere lo scafo della nave, si attraversa un fondale in pendenza costituito da grandi massi ammassati, ricoperti da abbondanti alghe fotofile.
La prua della nave appare per prima, ancora relativamente ben conservata ma inclinata lateralmente verso l’alto. Più in profondità, si osserva lo scafo spezzato della nave, costituito principalmente da grosse lamiere sul fondo marino. Nel relitto, tra le parti più evidenti, è visibile l’ancora con la sua catena e l’argano utilizzato per sollevarla.
La struttura ferrosa è ricoperta da alghe, poriferi e madrepore gialle. La parte centrale della nave mostra segni evidenti di degrado, con resti scheletrici delle aree destinate all’equipaggio.
Nella zona di poppa, lo scheletro della nave forma un tunnel che potrebbe essere percorso fino alla parte più profonda, dove le lamiere sono colonizzate da numerose gorgonie rosse. Tuttavia, si raccomanda di visitare solo esternamente questa parte del relitto, poiché l’immersione sul relitto è considerata pericolosa a causa dei passaggi angusti e delle strutture in cattivo stato che potrebbero crollare sui visitatori. Inoltre, questo tipo di immersione dovrebbe sempre essere effettuato in gruppo.
Questo relitto di una nave cargo canadese affondata nel 1967 durante una violenta tempesta rappresenta un sito affascinante per gli appassionati di immersioni. La nave giace sul fianco destro, lungo una pendenza pronunciata, tra i 20 e i 39 metri di profondità. È possibile accedere alla parte interna della prua attraverso una grande fessura dove si trovano ancora l’argano e la catena dell’ancora. Si consiglia poi di esplorare solo l’esterno del relitto durante l’immersione. Durante la risalita, è comune incontrare mustelle, corvine, saraghi, polpi e murene che ora abitano nei numerosi rifugi formati dai resti del relitto.
- Profondità minima 6-10
- Profondità massima 35-40
- Ambiente relitto
- Difficoltà alta
15: Punta Vessinaro
Questa immersione rivela tutto il suo fascino quando si entra in una zona ricca di gorgonie rosse ben sviluppate, ma purtroppo tale area inizia a circa 30 metri di profondità, rendendola accessibile solo ai subacquei con brevetti avanzati. Tuttavia, Punta Vessinaro offre anche ambienti suggestivi e pieni di vita che si possono esplorare già a profondità minori. Intorno ai 10-15 metri di profondità, ci sono massi di varie dimensioni, alcuni molto grandi, sparsi su un fondale poco ripido. Queste formazioni sono ricoperte da alghe o talvolta da piccole praterie di Posidonia oceanica, che forniscono un habitat ideale per saraghi, salpe e piccoli gruppi di dentici. Tra le caratteristiche distintive di questo ambiente ricco ci sono gorgonie bianche, anemoni verdi, spirografi e poriferi che spuntano dalle alghe in varie zone, alcuni esemplari sono molto sviluppati. Tra le rocce ci sono profonde spaccature che formano ampie tane che favoriscono la presenza di grossi polpi, aragoste e murene. Sul fondale nuotano sciarrani, donzelle e perchie.
Le cernie si possono trovare anche a profondità minori, ma sono più comuni intorno ai 25/30 metri di profondità, dove le pareti rocciose e i massi sono ricoperti di gorgonie rosse.
Dalla zona più profonda, è possibile risalire tra le rocce, passando anche attraverso una piccola grotta formata da massi ammassati. Seguendo la catena della boa di ormeggio e dirigendosi verso la parete ovest a una profondità di circa 10 metri, si possono incontrare grossi massi sovrapposti che creano anfratti dove cernie e altri organismi trovano rifugio. Proseguendo verso est e scendendo fino a circa 35 metri, è possibile osservare gorgonie di notevoli dimensioni. Da qui, è consigliabile iniziare la risalita prestando attenzione ai numerosi pesci che si possono incontrare lungo il percorso.
- Profondità minima 10
- Profondità massima 35
- Ambiente misto
- Difficoltà medio alta
16: Casa del Sindaco
La fase iniziale di questa immersione attraversa la maestosa parete sommersa e raggiunge un bel pianoro intorno ai 15 metri di profondità, coperto da alghe e delimitato da una franata di massi verso ovest, anch’essi ricoperti da vegetazione. Proseguendo verso il largo, ci si sposta su un altro piano più profondo, con massi distribuiti in modo irregolare di varie dimensioni. Intorno ai 25-30 metri di profondità, oltre alla zona pianeggiante, si incontra una parete ripida, abbondante di ventagli di gorgonie rosse fortemente colonizzati da organismi epibionti. Anfratti e tane ospitano grossi crostacei come aragoste ed astici, oltre a gronghi, murene, musdee e polpi. Nella zona più profonda, raggiungibile solo da sub esperti, si trova una bella colonia di falso corallo nero. Ai livelli più profondi intorno ai 30 metri, i grossi massi sul fondale parzialmente detritico sono colonizzati da gorgonie rosse e rami di corallo. Oltre la ripida parete e al centro del sito di immersione, si apre una specie di canyon con fondo sabbioso, dove spuntano rocce ricoperte prevalentemente da alghe rosse e brune.
Questa immersione è molto impegnativa e non adatta ai subacquei inesperti, poiché gli organismi più interessanti si trovano a partire dai 30 metri di profondità. La profondità minima consigliata per godere appieno dell’esperienza è di circa 30 metri, il che la rende un’immersione impegnativa. A 30 metri di profondità si trova un ampio ciglio che delimita uno spazio pianeggiante, mentre il fondale continua a scendere verso profondità maggiori. Qui è possibile ammirare grandi ventagli di Paramuricea clavata, spesso circondati da uova di gattuccio. I sub più esperti e con brevetti avanzati possono scendere fino a 40 metri di profondità per osservare un raro esemplare di falso corallo nero (Savalia savaglia). Durante la risalita, è comune incontrare vistosi banchi di pesce, tra cui barracuda, corvine, cernie e dentici di grandi dimensioni.
- Profondità minima 20
- Profondità massima 40 – 45
- Ambiente misto
- Difficoltà elevata
17: Chiesa di San Giorgio
Alla base della ripida scogliera su cui sorge il santuario, inizia una ripida scarpata sommersa costituita da roccia molto frammentata e ricoperta da un continuo strato di alghe fotofile, tra cui spiccano le alghe a “coda di pavone”. Lungo la scarpata si trovano anche grossi massi sparsi sul fondale, attorno ai quali nuotano vistosi banchi di salpe, composti da numerosi esemplari. La pendenza della parete si attenua su un pianoro accidentato dove sono accumulati massi di medie dimensioni, anch’essi coperti di alghe. In questa zona, sulla roccia, crescono piccoli gruppi di Posidonia oceanica e le numerose tane presenti forniscono un habitat ideale per grosse cernie, dentici, corvine, gronghi, murene e aragoste. Le superfici rocciose ospitano anche grandi esemplari di poriferi.
Oltre i 20 metri di profondità, le rocce presentano spaccature e piccoli anfratti in ombra dove cresce il corallo rosso. Le parti del fondale più esposte alle correnti sono ricoperte da maestosi rami di gorgonia rossa. Intorno ai 15 metri di profondità lungo la scogliera si trova una grotta con un ampio ingresso, parzialmente ostruito da un grosso masso franato. Questa grotta offre un’uscita in superficie attraverso un sifone, ma tale pratica è molto pericolosa e sconsigliata, soprattutto con mare agitato. La boa di ormeggio del sito è leggermente spostata verso ovest rispetto alla chiesa, vicino a un grosso scoglio chiamato “la Liscia”. Questa immersione è considerata ottimale per subacquei tecnici con una guida specializzata, poiché richiede una lunga permanenza intorno ai 40 metri di profondità.
Intorno ai 30 metri di profondità è possibile osservare una bella parete ricca di corallo rosso e gorgonie. Procedendo verso est, ci si può ricongiungere al percorso vicino alla chiesa di San Giorgio. Durante questa immersione sono comuni gli incontri con cernie, murene, dentici, corvine e gronghi.
- Profondità minima 10 – 12
- Profondità massima 35 – 40
- Ambiente roccioso
- Difficoltà media
18: Punta del Faro di Portofino
Gli appassionati di immersioni nell’area marina protetta conoscono bene questo sito, noto per le correnti sottomarine di discreta entità che sono quasi sempre presenti. Qui si trovano grandi massi posati sul fondale roccioso, alcuni addossati tra loro, con superfici ricoperte di alghe o Posidonia oceanica. La disposizione dei massi è molto variegata e quelli inclinati formano cunicoli e grandi anfratti. L’esplorazione dei fondali è quindi molto diversificata; superando una sporgenza, ci si trova improvvisamente di fronte a strati di rocce inclinate dove si muovono lentamente grosse cernie, saraghi e piccole castagnole rosse tra massi imponenti.
Muovendosi verso est, si incontra un suggestivo passaggio tra due grandi rocce, poco oltre i venti metri di profondità. Superato questo valico, si arriva in una zona spaziosa con molte rocce sparse e franate dall’alto. Qui si trovano frequenti anfratti ricchi di corallo rosso, che ospitano gronghi e murene. Sopra le superfici rocciose, è comune vedere cernie, saraghi e corvine. Da qui si può risalire su un pianoro roccioso a circa 15 metri di profondità, dove scende ripida una parete con grosse gorgonie rosse in un ambiente con forti correnti. Qui è possibile incrociare banchi di pesci pelagici di media o grande taglia, come ricciole giovani, talvolta chiamate pesci limone. Vicino alla punta, un masso è ricoperto da vistose madrepore gialle.
Scendendo lungo la catena dell’ormeggio fino a una profondità di circa 18/20 metri, ci si sposta verso levante girando attorno a due grandi massi posizionati a 24 metri di profondità, dove spesso si trovano cernie di grandi dimensioni. Attraversando un’ampia franata verso ponente, si incontrano numerose grotte e anfratti ricchi di corallo rosso. Proseguendo, si attraversa un lungo tratto dove sono frequenti gli incontri con banchi di saraghi, corvine, cernie e murene. Risalendo di quota, si raggiunge un plateau roccioso tra i 12 e i 18 metri. Continuando verso levante, si arriva alla punta dove si trova uno scoglio con una spettacolare fioritura di “margherite gialle” (Parazoanthus axinellae) e una varietà di pesci di diverse specie.
- Profondità minima 16
- Profondità massima 40
- Ambiente roccioso
- Difficoltà media
19: Secca dell'Isuela
Questo punto di immersione è rinomato come uno dei più spettacolari nel Mar Mediterraneo e si trova poco al largo dello sperone roccioso di Punta Chiappa. L’esperienza subacquea all’Isuela comporta un’immersione quasi in mare aperto. A circa 13 metri di profondità si trova il sommità di una montagna sommersa, che forma una secca. Questa sommità mostra una copertura di alghe dove si trovano comunemente piccoli pesci bentonici e cernie, insieme a banchi di castagnole brune, saraghi e salpe. La base della montagna scende fino a circa 40 metri di profondità ed è la destinazione di molte escursioni subacquee.
La “montagna” è influenzata da forti correnti sottomarine che trasportano nutrienti e plancton, essenziali per gli organismi fissi. Le pareti esposte a sud sono ricoperte da grandi rami di gorgonia rossa, attorno ai quali nuotano numerose castagnole rosse. Nelle parti più profonde, le gorgonie si mescolano o sono sostituite da numerose colonie di corallo rosso. Ad ovest, nella parte bassa settentrionale, su alcuni grossi massi si trovano imponenti colonie di gorgonia rossa e una rara colonia di falso corallo nero. Durante l’immersione è spesso possibile avvistare grossi pesci pelagici che si avvicinano periodicamente alle pareti rocciose.
Questa immersione è considerata una delle più belle del Mediterraneo da molti subacquei. Per raggiungere agevolmente la sommità della secca, è consigliato scendere lungo la catena fino a una profondità di circa 14 metri.
Sulla sommità della secca è importante fare attenzione alle forti correnti e, a seconda della direzione e della forza delle correnti, è consigliato continuare lungo il versante sud-ovest o sud-est. È consigliabile mantenere una profondità non inferiore a 35/38 metri.
Il panorama lungo le pareti della secca è mozzafiato e già a partire da 25 metri sotto il livello del mare, si possono ammirare vaste distese di gorgonie rosse e gialle, insieme a gruppi di rami di corallo rosso particolarmente sviluppati.
- Profondità minima 14
- Profondità massima 40
- Ambiente parete
- Difficoltà elevata
20: Altare
Questa immersione è tra le più apprezzate e popolari nell’intera area marina protetta, grazie alla sua ricchezza naturalistica e alle suggestive visioni che offre.
Il nome del sito deriva da un masso squadrato che si erge dalla falesia sopra il livello del mare. L’esplorazione inizia a circa 10 metri di profondità e permette di scoprire un’ampia area leggermente inclinata che scende fino a circa 20 metri. Qui, tra massi di grandi dimensioni, si possono osservare principalmente alghe e occasionali ciuffi di Posidonia oceanica.
A maggior profondità, si incontrano numerosi rami di corallo rosso, facenti parte di una biocenosi corallina che si estende dalle pareti rocciose, arricchita anche da madrepore gialle, con una ricca fauna ittica che comprende numerose cernie, saraghi e salpe. Il sito è caratterizzato anche da una parete verticale, a tratti strapiombante, che forma una sorta di anfiteatro scendendo per quasi 30 metri a partire dai 20 metri di profondità. La parte superiore della parete è coperta da abbondanti gorgonie, circondate da numerosi banchi di castagnole rosse. A maggior profondità, i rami di corallo rosso prevalgono sulle gorgonie, rappresentando una transizione da precoralligeno a coralligeno che contribuisce alla biodiversità del luogo, ospitando la colonia di corallo rosso più imponente dell’area marina protetta.
L’immersione inizia con la discesa lungo la catena dell’ancora, che termina alla base a circa 15 metri di profondità. Da qui, ci si sposta verso ovest per raggiungere una parete che si inclina verso profondità maggiori. A circa 35 metri di profondità, si apre un paesaggio unico che rende questa immersione una delle più affascinanti del Promontorio di Portofino. Le due pareti verticali quasi parallele formano un anfiteatro alto più di 20 metri, ricco di colonie di corallo rosso e gorgonie dai colori vivaci (rosso e giallo) che accompagnano i sub durante l’esperienza.
- Profondità minima 10
- Profondità massima 35-40
- Ambiente rocce
- Difficoltà media
21: Cristo degli Abissi
Questa immersione è di grande importanza religiosa grazie alla presenza della statua del Cristo degli Abissi sul fondale marino, la prima del suo genere ad essere posata sotto il mare.
Si tratta di un’immersione facile e limitata alla piccola baia dove si trova la statua, senza uscire dalla baia stessa per motivi di sicurezza. La parte superiore della statua si trova a circa 13 metri di profondità ed è spesso circondata da banchi di castagnole brune. Occasionalmente si possono incontrare altri pesci e ancora più raramente qualche cernia bruna. Il basamento della statua si trova a circa 17 metri di profondità ed è ricoperto da alghe verdi, mentre intorno nuotano grandi banchi di saraghi fasciati. In questa zona è possibile avvistare qualche pesce balestra mediterraneo.
Una volta lasciata la statua, si osserva un fondale piuttosto pianeggiante disseminato di massi ricoperti di alghe. Verso ovest, oltre il Cristo degli Abissi, il fondale scende gradualmente diventando parzialmente detritico e punteggiato da gruppi di piante di Posidonia oceanica. Qui si possono trovare stelle marine, come la spinosa maggiore, grosse cernie e altri pesci. Le catene delle strutture di ormeggio indicano il limite dell’area esplorabile. Le superfici all’ombra di alcune grandi rocce sono coperte di alghe sciafile e margherite di mare.
La statua del Cristo degli Abissi è diventata un simbolo per i subacquei e rappresenta una delle immersioni più famose dell’Area Marina Protetta di Portofino. Realizzata in bronzo, ha un’altezza di oltre 2,5 metri. L’immersione è relativamente semplice: partendo dalla statua, ci si dirige verso sinistra lungo la parete. Seguendo la parete fino a una profondità di 30 metri, si incontrano spaccature ricche di vita. Risalendo, si trova la prateria di Posidonia oceanica con una ricca fauna ittica.
- Profondità minima 12
- Profondità massima 30
- Ambiente misto
- Difficoltà bassa
22: Punta Chiappa Ponente
Punta Chiappa è un promontorio roccioso che si estende verso il mare e offre affascinanti fondali da esplorare su entrambi i lati.
Questa immersione è la sola nella zona C ad essere dotata di un sistema di ormeggio appositamente previsto per le imbarcazioni di supporto. Qui si trovano fondali rocciosi che ospitano comunità di organismi sciafili molto interessanti.
Scendendo più in profondità, si incontrano piattaforme detritiche abitate da organismi tipici di tali fondali, come mormore e triglie.
A circa 20 metri di profondità, il fondale diventa roccioso e detritico, ricco di alghe e di varietà di poriferi, sia incrostanti che massicci, con policheti e echinodermi vistosi, soprattutto stelle marine. Tra queste, spiccano la stella rossa e la spinosa maggiore, spesso rappresentate da esemplari immaturi di colorazione azzurra.
Sui pendii rocciosi si trovano numerosi anfratti ricoperti prevalentemente da alghe sciafile, che offrono rifugio a murene e gronghi, e sono frequentati dai re di triglie e dalle castagnole rosse. È possibile avvistare anche qualche grosso polpo tra le distese di alghe verdi che ricoprono le rocce più esposte al sole, insieme a piccoli gruppi di saraghi e a dentici solitari.
Il tutto è contornato da gruppi di castagnole brune, alcune ancora immature, dalle splendide sfumature blu metallico.
- Profondità minima 5
- Profondità massima 25
- Ambiente misto
- Difficoltà bassa